mercoledì 3 novembre 2010

A Venezia, via dalla folla

venezia, museo
A Venezia, le atmosfere delle isole della laguna, intrico di calli, sotoporteghi, corti segrete, si ritrovano nel sestiere di Cannaregio, un angolo di campagna sfuggito al turismo di massa. Qui negli ultimi anni si sono installati fotografi, designer, pubblicitari, clienti delle ultime osterie veraci dove si gustano i piatti autentici della cucina veneziana. Ma questa è anche zona di atelier e laboratori di artisti. Come la fornace Orsoni, di una della famiglie più illustri della città, l’unica ancora attiva nel centro storico, dove prendono forma da oltre un secolo le preziose tessere per mosaici in vetro e oro. La mitica residenza dei proprietari, in uno splendido giardino, dopo anni di restauri è stata trasformata in una locanda raffinata (tel. 041.27.59.538, www.domusorsoni.it. Prezzi: doppia b&b da 130 €). I pavimenti originali dei primi del Novecento sono realizzati secondo un’antica tecnica artigiana, arricchiti da inserti di smalti e ori vecchi; le pareti e i soffitti sono lavorati a marmorino e spatolato, porte e finestre sono in ciliegio massiccio. Non mancano originali arredi di design, opera di autori italiani che hanno interpretato l’arte del mosaico secondo una propria chiave di lettura.

Sempre nel sestiere, sul sedime delle Antiche Chiovere di San Girolamo, dove al tempo dei dogi si tingevano i tessuti della Repubblica Serenissima di Venezia, è stato appena inaugurato Ca’ San Girolamo (tel. 041.27.59.445, cell. 335.71.58.635, www.casangirolamo.it. Prezzi: doppia, per almeno tre notti, da 450 €), dimora tradizionale in cui sono stati ricavati sette eleganti appartamenti, battezzati con i nomi dei luoghi più suggestivi della città, dal Ponte dei Sospiri a quello degli Scalzi, a San Marco. In pochi minuti si raggiunge la fondamenta della Misericordia, un chilometro di lunghezza, appuntamento delle notti veneziane rivitalizzate. Qui Eloisa Milner, proprietaria dell’Ostaria Da Rioba si esibisce in schie con polentina morbida, insalate di pesce con emulsioni di agrumi, polpo lesso su letto di sedano e salsa al basilico, spaghetti alla busara, tagliatelle con cappesante su crema di pomodoro, tonnarelli neri con pesto di pomodori secchi e pinoli tostati (tel. 041.52.44.379).

Il momento magico della fondamenta è il tramonto, quando terrazze e giardini sono pieni di gente che beve l’aperitivo classico spritz al bitter, da gustare al Remer, un ex magazzino di ghiaia e cemento, tra panche da chiesa e un confessionale (tel. 041.52.28.789). Il locale storico è il Paradiso Perduto: si pranza, si cena, ma ci si va anche per un drink, un concerto o una lettura di poesia (tel. 041.72.05.81). Anche se i veneziani doc preferiscono l’Osteria Bentigodi (tel. 041.71.62.69), un vero bacaro con ottima scelta di vini veneti e friulani.

Spostandosi in campo San Polo verso la chiesa dei Frari, si scopre Oltre il Giardino (fondamenta Contarini, San Polo 2542, tel. 041.27.50.015, www.oltreilgiardino-venezia.com. Prezzi: doppia b&b da 180 €), una maison d’hôtes nella casa abitata negli anni Venti da Alma Mahler, moglie del compositore. Mobili, incisioni, ritratti di famiglia nelle camere chiare. Nel giardino si fa colazione all’ombra degli ulivi e di una grande magnolia. In Dorsoduro, invece, si può dormire a Ca’ Maria Adele (Dorsoduro 111, tel. 041.52.03.078, www.camariaadele.it. Prezzi: doppia b&b da 380 €), piccolo gioiello del Cinquecento trasformato in hotel di charme dai colori pepe, cacao, chiodi di garofano. Magnifici i mori sulle colonne di marmo, le tappezzerie arabescate, i pannelli in legno scolpiti come un ricamo che giocano con il contemporaneo. A due passi, la chiesa di Santa Maria della Salute e Punta della Dogana, dove gli uccelli marini volteggiano sulla Fondazione Pinault. La laguna, ha scritto Goffredo Parise, è un sentimento.

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