domenica 14 novembre 2010

Cos'è etilometro obbligatorio?

Dalla mezzanotte di ieri per molti locali pubblici italiani è obbligatorio avere l’etilometro (o “precursore”) così da permettere ai clienti di misurare il tasso alcolico. Cerchiamo di capire meglio cos’è, quali modelli sono più adatti e quanto costano.
Che cos’è l’etilometro? Un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico attraverso cui è possibile conoscere lo stato di idoneità alla guida. Per chi è obbligatorio? Per tutti gli esercizi pubblici che restano aperti oltre la mezzanotte, quindi: bar, ristoranti, pub, pizzerie, osterie, agriturismi, discoteche e alberghi.
Sì ma quale modello è consigliabile? La Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) consiglia Bacco Box, etilometro utilizzato attraverso cannuccia monouso. Rilascia il risultato (un valore numerico esatto, non un responso generico come fanno gli etilometri usa e getta) in pochi secondi e può effettuare 5000 test prima di essere ricalibrato.
Quanto costa e dove lo compro? 100 euro nella versione da parete, 75 in quella da tavolo. Si compra anche online. Naturalmente esistono altri modelli, il cui costo oscilla, a seconda delle dimensioni e delle funzioni tra i 40 ai 1400 euro.
Cosa rischio se non ce l’ho. Una multa che varia da 300 a 1200 euro. Comunque, le associazioni di categoria hanno chiesto alla Polizia di non essere inflessibile all’inizio, i disguidi da rodaggio sono possibili.
Cosa rischiano i clienti non in regola? Una multa che va dai 300 a 1200 euro, e nel caso il tasso alcolemico superi 1,5, il ritiro della patente e la confisca dell’auto.
Quali sono i limiti di legge da non superare? 0,5 grammi di tasso alcolemico. Un valore che corrisponde a 3-4 bicchieri di vino per una donna di 60 chili a stomaco pieno e a poco meno di mezzo litro per un uomo di 80 chili, sempre a stomaco pieno. Inoltre, per due categorie di conducenti, il nuovo Codice della strada prevede il tasso alcolemico zero, sono i neo-patentati e gli autisti professionisti.
Cosa sono le tabelle del tasso alcolemico? Sono tabelle da esporre in triplice copia, all’ingresso, all’uscita e all’interno del locale.
Cosa c’è scritto nelle tabelle e quante sono? Sono due, una spiega i livelli di alcolemia che si raggiungono dopo aver assunto una bevanda alcolica; l’altra descrive i sintomi che corrispondono ai diversi livelli di concentrazione alcolemica.
Dove si trovano le tabelle? Nelle 103 associazioni territoriali della Fipe.

giovedì 11 novembre 2010

Slow Food Catanzaro presenta: GUIDA OSTERIE D'ITALIA 2011

slow food
Venerdì 12 novembre tutti gli amanti delle osterie italiane guarderanno a Catanzaro con estrema attenzione. Dopo l’anteprima al Salone del Gusto di Torino, infatti, sarà proprio la nostra città ad ospitare la presentazione in Italia della nuova edizione della Guida delle Osterie di Slow Food, alle ore 18 presso la Sala Concerti del Palazzo Comunale.

La Guida, giunta alla sua ventunesima edizione, vende più di 100.00 copie all’anno e rappresenta il principale punto di riferimento per tutti gli appassionati di cucina che non si limitano a vivere con intenso trasporto la propria passione ma si sforzano di conciliare l’esaltazione del gusto con la ricerca del cibo locale, etico e genuino. Se la vecchia osteria è ormai scomparsa dal panorama italiano, la Guida ha saputo far emergere in questi anni – accompagnandone la crescita – un fenomeno di riscoperta della tradizione e del costume gastronomico italiano che oggi vive nei tantissimi locali che declinano in chiave innovativa l’ospitalità, la cucina di territorio, l’economicità e l’affidabilità, ovvero quegli elementi che da sempre rappresentano i punti di forza dell’offerta culinaria nazionale. Le nuove osterie, scrive la curatrice della Guida, hanno successo quando seguono tre parametri: la natura (intesa come trasparenza della filiera e rispetto delle stagioni), la cultura (intesa come bagaglio di conoscenze, memorie, competenze), e la capacità di trasmettere un'emozione non solo attraverso cibo e vini, ma anche con la cura e l'attenzione al cliente.

A presentare la nuova edizione saranno due dei componenti della redazione della Guida (Daniela Battaglio e Angelo Surrusca), a cui verrà affidato il compito di spiegare i criteri che conducono alla segnalazione di un’osteria, di raccontare le diversità che separano le diverse regioni, di tracciare un bilancio sull’evoluzione dell’offerta culinaria della nostra Regione e di individuare le principali novità emerse in questo anno. Ad ascoltare i due ospiti ci saranno i soci di Slow Food dell’intera Calabria, gli chef che con la loro sapienza tengono alto il nome della Calabria ma anche rappresentanti degli enti locali e operatori turistici, consci del valore che oggi il cibo assume in ogni strategia di valorizzazione del territorio.

A rendere davvero speciale l’evento di venerdì sarà la straordinaria cena – riservata ai soci Slow Food – che seguirà la presentazione della Guida e che vedrà quattro maestri della cucina calabrese (Gianluca Ganci dell’Enoteca due bicchieri di Amantea, Pietro Lecce della Tavernetta di Camigliatello, Salvatore Murano di Max di Cirò Marina e Delfino Maruca del Vecchio Castagno di Serrastretta) sfidarsi a colpi di mestoli e padelle. La passione e le generosità con cui questi quattro grandi chef hanno accolto l’invito della condotta Catanzaro Università di Slow Food (organizzatrice dell’evento) lascia presagire che la cena di venerdì potrà rappresentare l’evento gastronomico dell’anno nella nostra Regione e, soprattutto,  potrà rappresentare un punto di partenza per una nuova stagione della cucina calabrese, intenzionata a recuperare il tempo perduto e a collocarsi ai vertici dell’offerta nazionale. Un percorso da compiere insieme – chef, avventori, esperti del settore, critici e gourmet – senza dimenticare il valore etico del cibo e anche il gusto impareggiabile del mangiar bene.

mercoledì 3 novembre 2010

A Venezia, via dalla folla

venezia, museo
A Venezia, le atmosfere delle isole della laguna, intrico di calli, sotoporteghi, corti segrete, si ritrovano nel sestiere di Cannaregio, un angolo di campagna sfuggito al turismo di massa. Qui negli ultimi anni si sono installati fotografi, designer, pubblicitari, clienti delle ultime osterie veraci dove si gustano i piatti autentici della cucina veneziana. Ma questa è anche zona di atelier e laboratori di artisti. Come la fornace Orsoni, di una della famiglie più illustri della città, l’unica ancora attiva nel centro storico, dove prendono forma da oltre un secolo le preziose tessere per mosaici in vetro e oro. La mitica residenza dei proprietari, in uno splendido giardino, dopo anni di restauri è stata trasformata in una locanda raffinata (tel. 041.27.59.538, www.domusorsoni.it. Prezzi: doppia b&b da 130 €). I pavimenti originali dei primi del Novecento sono realizzati secondo un’antica tecnica artigiana, arricchiti da inserti di smalti e ori vecchi; le pareti e i soffitti sono lavorati a marmorino e spatolato, porte e finestre sono in ciliegio massiccio. Non mancano originali arredi di design, opera di autori italiani che hanno interpretato l’arte del mosaico secondo una propria chiave di lettura.

Sempre nel sestiere, sul sedime delle Antiche Chiovere di San Girolamo, dove al tempo dei dogi si tingevano i tessuti della Repubblica Serenissima di Venezia, è stato appena inaugurato Ca’ San Girolamo (tel. 041.27.59.445, cell. 335.71.58.635, www.casangirolamo.it. Prezzi: doppia, per almeno tre notti, da 450 €), dimora tradizionale in cui sono stati ricavati sette eleganti appartamenti, battezzati con i nomi dei luoghi più suggestivi della città, dal Ponte dei Sospiri a quello degli Scalzi, a San Marco. In pochi minuti si raggiunge la fondamenta della Misericordia, un chilometro di lunghezza, appuntamento delle notti veneziane rivitalizzate. Qui Eloisa Milner, proprietaria dell’Ostaria Da Rioba si esibisce in schie con polentina morbida, insalate di pesce con emulsioni di agrumi, polpo lesso su letto di sedano e salsa al basilico, spaghetti alla busara, tagliatelle con cappesante su crema di pomodoro, tonnarelli neri con pesto di pomodori secchi e pinoli tostati (tel. 041.52.44.379).

Il momento magico della fondamenta è il tramonto, quando terrazze e giardini sono pieni di gente che beve l’aperitivo classico spritz al bitter, da gustare al Remer, un ex magazzino di ghiaia e cemento, tra panche da chiesa e un confessionale (tel. 041.52.28.789). Il locale storico è il Paradiso Perduto: si pranza, si cena, ma ci si va anche per un drink, un concerto o una lettura di poesia (tel. 041.72.05.81). Anche se i veneziani doc preferiscono l’Osteria Bentigodi (tel. 041.71.62.69), un vero bacaro con ottima scelta di vini veneti e friulani.

Spostandosi in campo San Polo verso la chiesa dei Frari, si scopre Oltre il Giardino (fondamenta Contarini, San Polo 2542, tel. 041.27.50.015, www.oltreilgiardino-venezia.com. Prezzi: doppia b&b da 180 €), una maison d’hôtes nella casa abitata negli anni Venti da Alma Mahler, moglie del compositore. Mobili, incisioni, ritratti di famiglia nelle camere chiare. Nel giardino si fa colazione all’ombra degli ulivi e di una grande magnolia. In Dorsoduro, invece, si può dormire a Ca’ Maria Adele (Dorsoduro 111, tel. 041.52.03.078, www.camariaadele.it. Prezzi: doppia b&b da 380 €), piccolo gioiello del Cinquecento trasformato in hotel di charme dai colori pepe, cacao, chiodi di garofano. Magnifici i mori sulle colonne di marmo, le tappezzerie arabescate, i pannelli in legno scolpiti come un ricamo che giocano con il contemporaneo. A due passi, la chiesa di Santa Maria della Salute e Punta della Dogana, dove gli uccelli marini volteggiano sulla Fondazione Pinault. La laguna, ha scritto Goffredo Parise, è un sentimento.
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