mercoledì 27 ottobre 2010

Udine, la notte è giovane in osteria

osteria, udine
Legata a un fascinoso passato, ma proiettata verso il futuro. Ancorata alle tradizioni, ma aperta alle innovazioni. Così è Udine, che non si accontenta di essere la “città del Tiepolo”, ma è diventata la piccola capitale di importanti eventi culturali, dal Premio Terzani al Far East Film Festival, fino alla manifestazione Bianco&Nero, un megaevento di arte, moda, fotografia, design che, da due anni, anima gli spazi più glam della città con i lavori di celebrities e creativi emergenti (dal 2 al 12 settembre).

SETTEMBRE DI-VINO AL FRIULI DOC - Fra tradizione e innovazione un altro appuntamentoper gastronauti e viaggiatori slow, che da sedici anni ogni settembre torna ad animare le piazze e le strade del centro storico: Friuli Doc (www.comune.udine.it). Per un weekend, dalla mattina fino a notte fonda, chioschi, bancarelle, stand offrono degustazioni dei prodotti più tipici del paniere friulano: il San Daniele e il prosciutto di Sauris, il formaggio Montasio e il frico (una sorta di frittata di formaggio e patate), le grappe e i vini. Se si perde l’appuntamento con questo evento goloso, si può rimediare facendo provviste di prodotti rigorosamente locali a La Baita, in pieno centro storico. Punto vendita elegante e invaso da profumi stuzzicanti, propone il meglio dei caseifici furlani, dal Montasio al formadi frant, dalle ricotte affumicate ai formaggi di malga, ai salumi. Non manca il raro Asìno, dal gusto che qui definiscono salmistrà (saporito) e una selezione dei migliori salumi locali, San Daniele in testa.

IL RITO DEL TAJUT - Oltre gli eventi, restano le eleganze veneziane e le architetture d’autore, le case picte e le piazze ritmate dai portici. Sono pezzi di storia della città i locali più tadizionali, autentico genius loci di Udine e dei suoi abitanti che si ritrovano soprattutto nei caffè e nelle osterie, cattedrali pagane dove si officia da sempre uno dei riti più seguiti in città, quello del tajut (piccolo taglio), ossia la degustazione di un calice di vino. Quando la movida e le tapas non erano ancora state importate e gli happy hour erano di là da venire, qui il rito del tajut era già celebrato da tutti i componenti della tribù urbana: bancari e donne in carriera, universitari con kefiah e casalinghe, under twenty e over sixty. Un rito sociale: nessuno beve da solo e il bancone, i tavoli, i dehors delle osterie (anche nella stagione meno clemente) sono affollati da gruppi di amici che si vedono per quattro chiacchiere, uno stuzzichino e “un taglio di quello buono”. L’Osteria Ai Barnabiti si affaccia su piazza Garibaldi, dove secoli fa sorgeva un convento. La selva di lavagnette appese al soffitto da paron Loris fa buona compagnia ai prosciutti made in Friuli e ricorda che qui si beve furlan (dalle Ribolle ai Sauvignon, ai Pinot). Sul bancone assaggi di San Daniele e Montasio, di frico e prosciutto cotto caldo servito con cren. Il Bistrot di Jolanda de Colò è tra le new entry nella movida udinese, uno spazio multifunzionale (è anche negozio di delikatessen friulane e non solo) in cui si alternano mobili della nonna e décor high-tech, specchiere dorate e credenze liberty.

MORTADELLA DA GUINNESS (250 kg) - Tradizionale che più di così non si può PieriMortadele, osteria con pedigree in un edificio dalle volte in pietra cinquecentesche, arredata con tavoloni, lavagne, botti. Il plus? Alla fine degli anni Cinquanta, Pietro (in friulano, Pieri) Chiandussi decide di aprire in Riva Bartolini la sua osteria e, per distinguerla, la impreziosisce con una mortadella da Guinness (2 metri di lunghezza per 250 chili di peso) che da allora non manca mai nel locale, anche oggi che Pieri ha passato la mano. I calici si riempiono di vino quasi tutto prodotto in zona, accompagnati da bocconcini di pane con mortadella, pancetta, prosciutto, formaggio. Ai Frati ha una storia lunga, almeno di un paio di secoli: i paioli di rame appesi, il tradizionale fogolar, il bancone di marmo rosa ne sono una testimonianza. Tagliato su misura per un’utenza giovane, salutista ma con moderazione, ecco Ginger: succhi, centrifughe e frullati di frutta e verdura accanto ai vini tradizionali e alle bollicine, in un ambiente high-tech che ospita performance di teatro-danza, video-installazioni e rari dj-set. Ultima, ma non per importanza, l’osteria con cucina Al Cappello, affacciata sulla piazza della vecchia Pescheria. Tradizionale l’arredo, la proposta dei vini (l’80% delle etichette parla friulano), la lavagna con le degustazioni di vini del giorno.

lunedì 25 ottobre 2010

Orvieto

orvieto
Nella fertile valle del Tevere, tra le colline più dolci, ecco spuntare Orvieto, isolata e quasi inaccessibile, con i suoi campanili, le torri e la selva intricata dei tetti e delle casa di tufo. Orvieto offre ai visitatori il fascino di una città fondata dagli etruschi, che ha acquisito il volto odierno nel Medioevo comunale e nel Rinascimento. Un itinerario culturale, per scoprire i segreti delle sue chiese, dei conventi, dei sontuosi palazzi papali e per assistere alle numerose rievocazioni storiche che da quasi mille anni animano le strade di questo gioiello italiano. Ma anche una sfiziosa occasione per assaggiare, tra osterie e ristoranti di grande ambientazione, la gustosa cucina della tradizione umbra.

Alle terme degli antichi romani

romani, terme
Negli scritti di Seneca si legge che a Roma, in tempi remoti "ci si lavava ogni giorno braccia e gambe, che si insudiciavano col lavoro, ma il resto del corpo lo si lavava ogni settimana o ogni nove giorni, in corrispondenza del giorno di mercato". Il primo "stabilimento termale" di Roma fu - se così si può dire - il Tevere, nelle cui acque fredde i romani erano soliti fin da piccoli immergersi per le loro toilette quotidiane. Ma col tempo Roma divenne la culla del termalismo e il rito del bagno si trasformò in uno dei piaceri irrinunciabili della vita, tanto da meritare un proverbio che la dice lunga: "balnea vina Venus corrumptum corpora nostra sed vita faciunt" (i bagni, i vini e Venere corrompono i nostri corpi, ma sono la vita). In epoca imperiale le monumentali thermae, ormai largamente diffuse su tutto il territorio dell'attuale Lazio, vennero arricchite da palestre, biblioteche, ristoranti, giardini, piscine, teatri, sale per riunioni, solarium. Si può affermare, senza timore di essere smentiti, che dove ancora oggi si ergono i resti di stabilimenti termali, lì arrivarono i romani. Ecco quindi un itinerario dedicato al benessere, che vuole proporre, seguendo le "orme" illustri di imperatori e papi, uno scorcio insolito di questa affascinante regione: da Viterbo a Fiuggi, lasciandosi trasportare dal ritmo dolce delle morbide colline dei Castelli Romani.

Turismo del vino: itinerari in Toscana

vino, toscana
Hanno meritato il riconoscimento di Best of Wine Tourism 2011, quindi si tratta di locali e luoghi che dovrebbero rappresentare delle autentiche eccellenze, delle mete irrinunciabili per tutti i viandanti di Bacco e i turisti che hanno la passione dell’enologia.
Pronti? Via! Borgo Scopeto Relais di Vagliagli di Castelnuovo Berardenga (Siena) è l’hotel dove soggiornare in una struttura ricettiva ricavata nei locali di una fattoria, un relais dove la promozione del vino si moltiplica in diverse sfaccettature: nelle originali camere, nella lounge ricavata dalla vecchia cisterna, nel centro benessere con la vinoterapia, nel ristorante e nel punto vendita. Ma anche Villa Le Piazzole offre un’ospitalità di livello, abbinata alle attività di una piccola azienda agricola collocata sulle colline di Firenze. Nelle ore dei pasti tenete invece presente l’enoteca Enotria di Firenze.
Per una bella passeggiata digestiva scegliete Villa Vignamaggio, nel Chianti, una residenza d’epoca di origini quattrocentesche circondata da uno splendido giardino all’italiana. Per una full immersion nella cultura del Chianti c’è il Castello di Meleto, con locali affrescate, segrete, cantine e ristorante nella Fornace. Per un’esperienza innovativa nell’enoturismo ecco la Fattoria Torre di Rignano sull’Arno: una villa settecentesca con sala di degustazione ricavata nel vecchio granaio.
Hanno meritato il riconoscimento di Best of Wine Tourism 2011, quindi si tratta di locali e luoghi che dovrebbero rappresentare delle autentiche eccellenze, delle mete irrinunciabili per tutti i viandanti di Bacco e i turisti che hanno la passione dell’enologia.Pronti? Via! Borgo Scopeto Relais di Vagliagli di Castelnuovo Berardenga (Siena) è l’hotel dove soggiornare in una struttura ricettiva ricavata nei locali di una fattoria, un relais dove la promozione del vino si moltiplica in diverse sfaccettature: nelle originali camere, nella lounge ricavata dalla vecchia cisterna, nel centro benessere con la vinoterapia, nel ristorante e nel punto vendita. Ma anche Villa Le Piazzole offre un’ospitalità di livello, abbinata alle attività di una piccola azienda agricola collocata sulle colline di Firenze. Nelle ore dei pasti tenete invece presente l’enoteca Enotria di Firenze.
Per una bella passeggiata digestiva scegliete Villa Vignamaggio, nel Chianti, una residenza d’epoca di origini quattrocentesche circondata da uno splendido giardino all’italiana. Per una full immersion nella cultura del Chianti c’è il Castello di Meleto, con locali affrescate, segrete, cantine e ristorante nella Fornace. Per un’esperienza innovativa nell’enoturismo ecco la Fattoria Torre di Rignano sull’Arno: una villa settecentesca con sala di degustazione ricavata nel vecchio granaio.

Vino e architettura: connubbio vincente

vino, architettura
A settembre parte la stagione della vendemmia, del vino e delle degustazioni. Un’occasione non soltanto per organizzare un weekend enogastronomico nelle regioni d’Italia, ma anche per visitare alcune delle più belle cantine del nostro Paese. L’ultima moda adottata dalle aziende vinicole è di far progettare il loro quartier generale da architetti di fama internazionale. Strutture avveniristiche o eco-sostenibili, di pietra, cristallo o acciaio, purché siano vere e proprie opere d’arte.

Così, architetti del calibro di Renzo Piano, Mario Botta, Massimlino Fuksas, Jean Nouvel, Santiago Calatrava, Frank O. Gehry ecc hanno lasciato la loro impronta inconfondibile tra le colline del Chianti, nel vicentino o sulla costa toscana. Ma anche nella famosissima Napa Valley, in California, nel sud della Francia, in Spagna e nella zona dello Champagne. Se vi ho fatto venire voglia di partire, brindate alla mia salute! Cin cin.
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